Premessa
I principi generali della normativa di prevenzione del riciclaggio, richiamati all’art. 3 del D.lgs. 21 novembre 2007 n. 231, prevedono che i destinatari adottino “idonei e appropriati sistemi e procedure in materia di obblighi di adeguata verifica, d i segnalazione di operazioni sospette, di conservazione dei documenti, di controllo interno, di valutazione e gestione del rischio”.
La codifica delle procedure interne è suggerita dal Ministero della Giustizia nel Provvedimento che ha indicato gli indici di anomalia per i professionisti ed i revisori (D.M. 16/4/2010), al fine di garantire omogeneità di comportamenti ed assicurare la pronta ricostruibilità a posteriori delle decisioni assunte.
Il richiamo all’ adozione di appropriati sistemi e procedure sposta il baricentro della compliance ed evidenzia che ai destinatari è posta una obbligazione di mezzi e non di risultato.
Il comma 4 del citato art. 3 del D.lgs. n. 231/2007 ribadisce che le misure previste dal decreto devono essere proporzionate alle peculiarità delle varie professioni ed alle dimensioni dei destinatari.
La presente procedura è dedicata ai professionisti, ai dipendenti e ai collaboratori di studio coinvolti nella fase di assunzione e successiva gestione dell’incarico professionale ai fini dell’osservanza del decreto antiriciclaggio.
Lo scopo della procedura è quello di definire in via sintetica e con immediatezza pratica i ruoli e i compiti dei soggetti interessati, nonché le modalità operative.
Con l’intento di fornire un ausilio ai Colleghi è stato redatto il Manuale delle procedure per gli studi professionali che, oltre a fornire i richiami alla normativa ed alcuni suggerimenti operativi, può costituire un utile esempio per strutturare le procedure del proprio studio, tenendo conto anche dell’eventuale esistenza di una propria società di servizi.
Si è colta l’occasione per fornire ulteriori spunti di riflessione per l’individuazione e la valutazione del rischio di riciclaggio. L’adeguata verifica con approccio basato sul rischio, attualmente richiamata all’art. 20 del D.lgs. n. 231/2007, con il recepimento della Direttiva UE 2015/849 diventerà uno dei punti cardine della normativa. L’art. 8 prevede, infatti, che i soggetti obbligati pongano in essere misure per individuare e valutare il rischio di riciclaggio, nonché per mitigarlo e gestirlo in maniera efficace mediante opportune politiche, controlli e procedure interne, adeguate alla loro natura e dimensione.
Le procedure di seguito riportate costituiscono – e del resto non potrebbero essere altro – semplicemente una indicazione per agevolare i Colleghi nella definizione di una procedura nell’ ambito del proprio studio, tenendo conto della propria dimensione e della propria struttura organizzativa.
La presente procedura è dedicata ai professionisti, ai dipendenti e ai collaboratori di studio coinvolti nella fase di assunzione e successiva gestione dell’incarico professionale ai fini dell’osservanza del decreto antiriciclaggio.
Lo scopo della procedura è quello di definire in via sintetica e con immediatezza pratica i ruoli e i compiti dei soggetti interessati, nonché le modalità operative.
L’adeguata verifica della clientela (prevista nei casi di cui all’art. 16 del decreto antiriciclaggio), si sviluppa attraverso le seguenti modalità:
- identificazione del cliente;
- identificazione dell’eventuale titolare effettivo;
- ottenimento di informazioni su scopo e natura della prestazione professionale;
- controllo costante nel corso della prestazione professionale.